Nel percorso dell'accordatura del sé nel Vocal Tuning Motion (VTM), il momento della chiusura svolge un ruolo essenziale. Dopo l'esperienza condivisa e l'evocazione di emozioni profonde, si crea uno spazio di interiorizzazione. Questo è il momento in cui il silenzio diviene un compagno prezioso, consentendo la sedimentazione delle sensazioni vissute e una transizione graduale verso la realtà esterna.
Nelle discipline musicali e, in particolare, nella musicoterapia, il silenzio è considerato un elemento vitale. Non è semplicemente l'assenza di suoni, ma un mezzo attraverso cui la musica prende forma. Come le pause tra le note che compongono una melodia, il silenzio dà struttura e significato all'esperienza musicale. In VTM, diventa uno strumento terapeutico coinvolgendo utenti e operatori in un dialogo profondo.
Il vero silenzio non si trova nell'ambiente esterno ma è un processo interno, un viaggio dell'anima. È denso di significati, trasmette emozioni e richiede un lavoro di decodifica. Come nelle varie sfaccettature dell'esperienza umana, il silenzio può esprimere meditazione, tristezza, attesa o consapevolezza. Ognuno di questi silenzi racconta una storia diversa.
Il silenzio, in VTM, non implica neutralità, ma piuttosto una forma di purificazione. È un'opportunità per svuotare l'eccesso di informazioni verbali e accogliere suoni puri, essenziali e liberi da sovrastrutture. La pratica stessa è intervallata da silenzi: prima di iniziare a cantare, tra le varie fasi e infine, nella conclusione.
Il silenzio funge anche da preludio, preparandoci all'arrivo di segnali o stimoli. In un contesto relazionale, rappresenta un momento di preparazione per accogliere l'altro. Paradossalmente, il silenzio è l'acustica dell'ascolto, il presupposto per comprendere le emozioni profonde. È l'arte di aspettare in silenzio, rispettando i tempi necessari per immergersi nell'esperienza.
Alla fine di una sessione intensa di VTM, l'ascolto del silenzio interiore diventa una pratica essenziale. Nonostante sembri paradossale, a livello neurologico, il cervello attiva un circuito dedicato quando i suoni cessano, permettendoci di percepire stimoli neurali specifici.
In generale, l'esperienza del silenzio può essere sperimentata in modo graduale e ripetuto nelle sessioni successive per registrare l'evoluzione dell'ascolto nel tempo.
Il ritorno al gruppo conclude questo viaggio. L'alzarsi con lentezza, rispettando i tempi individuali, segna il ritorno alla realtà esterna, portando con sé i frutti dell'esperienza interiore.
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