



“Dove la psicologia incontra creatività e consapevolezza”
CORPO: Radicarsi nel sentire
“Le emozioni devono fluire liberamente attraverso il corpo.
Quando vengono bloccate, la tensione si accumula
e si perde il senso della vitalità.”
Alexander Lowen
Il corpo è il nostro primo luogo di verità.
Prima delle parole, prima dei pensieri, prima ancora dei ricordi, c’è un sentire che abita la pelle, i muscoli, il respiro.
Spesso lo ignoriamo, lo giudichiamo o lo viviamo come un ostacolo; eppure è proprio lì che si custodiscono le tracce più profonde della nostra esperienza.
Il corpo non mente
Le tensioni che non si sciolgono, i blocchi che limitano il respiro, il cuore che accelera, la gola che si chiude: sono segni che il corpo porta da tempo.
Non sono nemici, ma messaggi.
Il corpo parla una lingua diretta, che racconta di emozioni non dette, di bisogni rimasti inascoltati, di storie che si sono impresse nella memoria somatica.
In terapia, dare voce al corpo significa permettere a queste tracce di emergere senza forzarle, ascoltandole con curiosità e gentilezza.
Non per eliminarle, ma per comprenderle e trasformarle.
Il corpo come radice dell’esperienza
Ogni emozione prende forma nel corpo.
La rabbia che scalda, la paura che irrigidisce, la tristezza che piega le spalle, la gioia che apre il petto.
Se restiamo solo nella testa, rischiamo di perderci questa radice concreta.
Per questo il corpo, in terapia, non è mai solo “strumento”: è radice.
Attraverso piccoli movimenti, posture, respirazioni o vibrazioni, la persona può accorgersi di come porta dentro di sé il proprio vissuto e iniziare a esplorare nuove possibilità di stare nel mondo.
Il corpo e la memoria
Il corpo custodisce ricordi che non passano dalle parole.
Un odore, un tremore, una tensione improvvisa possono riportare in superficie frammenti di esperienza che sembravano dimenticati.
Sono memorie implicite, spesso legate a momenti precoci della vita, che riaffiorano come sensazioni difficili da spiegare.
In terapia, questi ricordi non vengono analizzati con freddezza, ma accolti attraverso il sentire corporeo.
Un tremito, un respiro che cambia, un movimento che nasce spontaneo diventano porte d’accesso a emozioni profonde che possono essere finalmente riconosciute e integrate.
Il corpo come spazio di trasformazione
Quando la sofferenza si incarna, sembra che il corpo diventi una prigione.
Ma è proprio dal corpo che può iniziare la trasformazione.
Un respiro che si allunga apre spazio a nuove emozioni.
Un movimento che rompe l’immobilità restituisce energia vitale.
Un tremore che scioglie la tensione diventa liberazione.
Sono piccoli gesti, ma hanno un potere enorme: restituiscono continuità tra dentro e fuori, tra sentire ed esprimere, tra ciò che era bloccato e ciò che torna a fluire.
Il corpo e la presenza
Il corpo è il luogo in cui possiamo tornare al presente.
Quando l’ansia proietta in avanti o la mente si perde nel passato, riportare attenzione al respiro, ai piedi che poggiano a terra, alle sensazioni immediate ci radica qui e ora.
In terapia, coltivare questa presenza corporea significa imparare a stare con ciò che c’è: non fuggire dalle emozioni, non giudicarle, ma ascoltarle e lasciarle trasformare.
È un atto di compassione verso di sé: dare dignità a ogni sensazione, anche a quelle difficili, come parte integrante della propria esperienza.
Il corpo in relazione
Il corpo non parla solo a noi stessi: parla anche all’altro.
Nella relazione terapeutica, i gesti, le posture, i silenzi del corpo diventano un dialogo silenzioso che sostiene la parola.
A volte, un corpo contratto che si rilassa in presenza di un altro corpo accogliente dice più di mille frasi.
Un tremore condiviso nello spazio sicuro della relazione diventa possibilità di guarigione.
Il corpo, nel suo linguaggio non verbale, crea un ponte di autenticità che rende l’incontro terapeutico trasformativo.
Perché lavoro con il corpo
Perché il corpo è la via più diretta al nostro sentire.
Perché custodisce memorie ed emozioni che chiedono ascolto.
Perché permette di tornare al presente, di radicarsi, di trasformare ciò che sembrava immobile in energia vitale.
Il corpo non è qualcosa da correggere o “aggiustare”.
È una bussola, un alleato prezioso, una radice profonda da cui ripartire per ritrovare continuità, presenza e autenticità.
Come scrive Alexander Lowen,
“Vorremmo tutti sentirci più vivi.
La Bioenergetica ci aiuta a raggiungere questo obiettivo,
ridando al corpo la sua energia e alla mente la sua libertà.”
APPROFONDIMENTI