


“Dove la psicologia incontra creatività e consapevolezza”
Leggere Mappe Insieme: Assessment Condiviso
“Non si tratta soltanto di formulare diagnosi o pianificare un trattamento… l’obiettivo principale è aiutare i clienti a ottenere nuove informazioni su se stessi e sul mondo, così da poter creare cambiamenti significativi nelle loro vite.”
Stephen E. Finn
“Il cliente non è un destinatario passivo, ma è parte attiva del processo di conoscenza del proprio funzionamento psichico… in un numero di incontri limitato, l’assessment combinato — rigoroso ma flessibile, creativo — si intreccia con molteplici tecniche, favorendo un cambiamento profondo e duraturo.”
Filippo Aschieri
Conoscersi è un viaggio che non si percorre da soli.
Per questo considero l’assessment non come una fase separata della terapia, ma come parte integrante del processo di cura: un momento di ascolto reciproco, di esplorazione e di co-costruzione.
Non si tratta di compilare schede o ottenere numeri.
Si tratta di creare uno spazio in cui terapeuta e paziente possano dare forma e senso alla storia che emerge, intrecciando narrazione personale e strumenti clinici, esperienza vissuta e linguaggi diversi.
L’assessment come atto relazionale
Ogni percorso inizia con domande: chi sei, cosa porti, come vivi la tua esperienza.
Ma queste domande non hanno una sola risposta, né un’unica verità.
L’assessment diventa allora un dialogo: non un giudizio dall’alto, ma una ricerca a due voci.
In questo dialogo, le parole del paziente e lo sguardo clinico del terapeuta si incontrano.
Non per stabilire etichette, ma per aprire spazi di comprensione più ampi, in cui la sofferenza possa essere nominata senza ridurre la persona a un disturbo.
Strumenti come finestre, non come gabbie
Quando è utile, l’assessment può includere strumenti clinici: interviste strutturate, test psicologici, scale di valutazione.
Ma questi strumenti, nel mio modo di fare clinica, non sono mai gabbie che chiudono, bensì finestre che aprono.
Un test può aiutare a dare nome a un vissuto, un questionario può restituire continuità a una storia che sembrava frammentata.
Sono strumenti al servizio della persona, non il contrario.
L’obiettivo non è “inquadrare”, ma offrire alla persona un’immagine più chiara di sé, che possa diventare base per nuove possibilità di scelta.
Assessment come consapevolezza
L’assessment non è solo raccolta di dati: è già trasformazione.
Quando una persona mette in parola la propria storia, quando disegna una memoria, quando racconta le sue prime esperienze, inizia già a guardarsi da un punto di vista nuovo.
Ogni passaggio dell’assessment diventa allora un momento di consapevolezza incarnata:
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un ricordo che si illumina di significato,
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un’emozione che trova un linguaggio,
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una connessione che prima non si vedeva.
In questo modo, conoscere non è un esercizio astratto, ma un’esperienza che mette in moto la possibilità di cambiamento.
L’assessment come restituzione
Un aspetto centrale è la restituzione: riportare alla persona ciò che è emerso nel percorso di conoscenza.
Questa restituzione non è mai un referto freddo, ma una conversazione viva, in cui dati clinici e vissuti personali si intrecciano per costruire un’immagine integrata.
La persona non riceve un’etichetta, ma una nuova possibilità di vedere sé stessa da prospettive diverse.
In questo atto, l’assessment diventa già terapia: uno specchio che riflette non solo le difficoltà, ma anche le risorse e le potenzialità.
Perché l’assessment è condiviso
Perché non è mai “sul paziente”, ma con il paziente.
Perché la conoscenza non è un atto unilaterale, ma un incontro in cui entrambe le parti portano qualcosa: io con la mia formazione e i miei strumenti, tu con la tua esperienza e il tuo vissuto.
Il senso dell’assessment è questo: comprendere insieme.
Creare una mappa che non sia rigida, ma flessibile, che accompagni e orienti, senza chiudere possibilità.
Assessment come atto di cura
Per me, l’assessment non è il preludio alla terapia: è già parte della terapia.
È un gesto di cura che riconosce, ordina e restituisce significato.
È un atto di accoglienza, in cui la persona si sente vista, ascoltata e compresa nella sua interezza.
In questo senso, l’assessment diventa il primo passo di un cammino condiviso: un modo per dire “ci sono, camminiamo insieme”, trasformando la conoscenza in una base sicura da cui far nascere il cambiamento.
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